Piaghe da decubito: trattamento


La piaga da decubito è una lesione da pressione, con evoluzione necrotica, che interessa vari strati della pelle.
Nei casi più gravi la lesione da pressione può interessare anche la muscolatura e le ossa.

La causa di questo tipo di lesione è una compressione prolungata o stiramenti che portano a stress meccanico e strozzatura dei vasi sanguigni con sucessivo processo necrotico.
Le lesioni da decubito sono spesso conseguenze di un cattiva assistenza ospedaliera o domiciliare in cui non sono state applicate norme di prevenzione antidecubito.

Esistono 4 stadi che indicano la gravità della piaga:

- lo stadio I è detto eritema fisso ( ovvero, che non scompare con la pressione digitale ) della cute integra;

- lo stadio II consiste in una ferita superficiale, simile ad un’abrasione o ad una vescicola che coivolge l’epidermide e/o il derma;

- lo stadio III è caratterizzato da presenza di necrosi del tessuto sottocutaneo;

- lo stadio IV in cui si ha danno a livello di muscoli, ossa e annessi.

Esistono una serie di norme preventive per evitare la formazione di piaghe da decubito durante un periodo di allettamento prolungato.
Può essere utile cambiare spesso posizione e seguire buone norme igieniche.

I prodotti per il trattamento delle piaghe da decubito sono numerosi e ognuno di essi è adatto alle diverse caratteristiche della cute lesa.

L’utilizzo degli antisettici locali è controverso a causa del loro effetto irritante per cute e mucose. Nei casi in cui sia richiesta una disinfezione, l’antisettico da preferire è la Clorexidina gluconato in soluzione acquosa ( Neoxinal ). Vanno evitati invece l’acqua ossigenata e l’alcol etilico.

Per quanto riguarda l’utilizzo degli antibiotici, questi devono essere impiegati sono in caso di accertata presenza di infezione batterica e per non più di 2 settimane.
La Neomicina ( Trofodermin) è uno degli antibiotici più usati.

Il Trofodermin è un preparato per uso topico in cui l’azione antibatterica della Neomicina è affiancata all’attivita trofico-cicatrizzante del Clostebol, un derivato del Testosterone, che accelera il processo di cicatrizzazione. Come tutti gli steroidi anabolizzanti, il Clostebol attiva i meccanismi biochimici cellulari alla base della sintesi proteica e della formazione di materiale delagato al processo di granulazione e riepitelizzazione.
E' da evitare l'uso continuativo di Trofodermin; soprattutto nella primissima infanzia. A causa del potenziale rischio di otossicità e nefrotossicità della Neomicina è sconsigliato l'uso prolungato del prodotto su estese superfici lese che possano consentire l'assorbimento della Neomicina.
Un'applicazione prolungata per più settimane su vaste zone di tessuti lesi potrebbe dar luogo alla comparsa di effetti sistemici, quali l'ipertricosi dovuta ad un massivo assorbimento di Clostebol.

Nelle lesioni cavitarie è necessario ricorrere innanzitutto al debridement, cioè alla rimozione del tessuto devitalizzato, ed impiegare arginati o poliuretano in spugna. ( Xagena_2008 )



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XagenaFarmaci_2008