Farmaci per il trattamento del glaucoma


Il glaucoma è una neuropatia ottica progressiva, caratterizzata dalla perdita del campo visivo ed associata, in genere, ad un aumento patologico della pressione intraoculare.

Anche se l’aumento della pressione introculare è un fattore rischio significativo per lo sviluppo del glaucoma, esistono anche casi di glaucoma in cui la pressione intraoculare è nella norma; in ogni caso, è l’unica variabile associata alla patologia ad essere trattatata farmacologicamente.

Un glaucoma non trattato porta a danneggiamento irreversibile del nervo ottico e nel lungo periodo può essere causa di cecità.

Il glaucoma colpisce una persona su 200 prima dei 50 anni e una su 10 dopo gli 80.
Inoltre, persone con storia familiare di glaucoma, hanno circa il 6% di probabilità di sviluppare glaucoma, e le donne sono 3 volte più soggette a rischio di glaucoma rispettoa gli uomini.

Nel glaucoma la diminuzione del deflusso di umore acqueo con conseguente accumulo può portare ad un aumento della pressione intraoculare.
L’aumento pressorio provoca uno schiacciamento e successiva compromissione del nervo ottico, che a sua volta porta a riduzione del campo visivo.

La condizione più comune è rappresentata dal glaucoma primario ad angolo aperto, che nella maggior parte dei casi è asintomatico ed è causato da un’ostruzione a livello del trasecolato sclerale. Nel glaucoma primario ad angolo chiuso, invece, l’ostruzione si verifica per accumulo di umor acqueo nella camera secondaria, ed in questo caso è richiesto l’intervento chirurgico.

I farmaci utilizzati, sotto forma di colliri, per il trattamento del glaucoma sono di due tipi: quelli che agiscono aumentando il deflusso dell’umor acqueo e quelli che ne diminuiscono la produzione.

Alla prima categoria appartengono gli analoghi delle prostaglandine e gli agonisti colinergici, alla seconda appartengono i beta bloccanti, gli agonisti alfa-2 adrenergici e gli inibitori dell’anidrasi carbonica.

I beta-bloccanti topici o gli analoghi delle prostaglandine sono di solito i farmaci di prima scelta.

Gli analoghi delle prostaglandine [ Bimatoprost ( Lumigan ), Latanoprost ( Xalatan ) e Travoprost ( Travatan ) ] mimano l’azione della prostaglandina PGF2 e facilitano il deflusso dell’umor acqueo. Sono farmaci in grado di diminuire la pressione intraoculare del 25-30% raggiungendo un effetto massimo dopo 12 ore dall’istillazione.

Un uso cronico di Latanoprost può portare a numerosi effetti avversi, anche irreversibili. E’ infatti richiesta una particolare attenzione soprattutto nei soggetti con iridi di colore disomogeneo e quelli in cui il trattamento è rivolto ad un occhio solo. Un uso continuo di Latanoprost stimola i melanociti iridei che aumentano la produzione di melatonina, e questo provoca una iperpigmentazione permanente dell’iride. E’ consigliabile interrompere la terapia perché non sono noti gli effetti a lungo termine di questo aumento di pigmentazione.
Altri eventi avversi legati al farmaco sono: aumento del numero e della lunghezza delle ciglia, iperemia oculare, iperpigmentazione delle palpebre. Sono noti anche alcuni effetti sistemici associati a Latanoprost, quali cefalea, ipertensione e dolori muscolari.

Gli agonisti colinergici muscarinici ( miotici ), Pilocarpina e Aceclidina ( Glaunorm ), agiscono sempre aumentando il deflusso dell’umor acqueo ma hanno una durata d’azione molto più breve dei primi.
Gli effetti sistemici sono rari e si possono trovare spesso associati a betabloccanti.

I betabloccanti [ Timololo ( Imoptol ), Betaxololo ( Betoptic ), Carteololo ( Carteol ), Metipranololo ( Turoptin ), Levobunololo ( Vistagan ) ] agiscono bloccando i recettori beta-adrenergici del corpo ciliare, diminuendo la produzione di umor acqueo.
La via di somministrazione più utilizzata è quella topica, per evitare gli effetti collaterali sistemici associati alla somministrazione per via orale.
La stessa somministrazione sotto forma di collirio è associata ad effetti collaterali che comprendono, oltre la secchezza oculare, anche depressione, affaticamento, bradicardia, confusione.

Gli agonisti alfa-2 adrenergici [ Apraclonidina ( Iodipine ), Brimonidina ( Alphagan ) ] favoriscono il deflusso umorale e diminuiscono la produzione di umor acqueo.
Gli effetti collaterali sono lievi sia a livello locale che sistemico. ( Xagena_2008 )

Fonte: Guida Uso dei Farmaci, 2008



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