Terapia farmacologica dell’epilessia


L’epilessia è un disordine neurologico causato da un errore nella trasmissione dei segnali elettrici attraverso il cervello. Esistono vari sintomi associati a questa patologia, tuttavia i più comuni sono le crisi epilettiche.
Circa 1 persona su 100 negli Stati Uniti ha avuto esperienza di una crisi epilettica una volta nella vita. Tuttavia un episodio solitario non è indice di malattia.
Una persona viene definita epilettica se va incontro a 2 o più crisi.

Le crisi epilettiche sono state classificate in crisi parziali ( che non prevedono perdita di coscienza ) e crisi generalizzate che coinvolgono l’intera corteccia cerebrale fin dal principio della crisi e sono associate a perdita di coscienza.
Le crisi parziali si distinguono in: crisi parziali semplici, crisi parziali complesse, e crisi secondariamente generalizzate, mentre le crisi generalizzate in: crisi generalizzate teorico-cloniche, assenze, crisi miocloniche, crisi toniche, e crisi atoniche ).

Numerose sono le cause che possono provocare epilessia. Anche se alcune forme di epilessia tendono a ricorrere nell’ambito della stessa famiglia, le cause genetiche sono solo una parte dei possibili fattori scatenanti la malattia, tra queste: lesioni durante il parto o nel periodo neonatale, disturbi congeniti e metabolici, traumi cranici, tumori, infezioni interessanti il cervello e le meningi.
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La terapia farmacologia è mirata alla prevenzione delle crisi epilettiche.
In base all’emivita del farmaco la somministrazione dell’antiepilettico può avvenire una volta die ( Fenobarbital e Fenitoina ), due ( la maggior parte ) o tre volte, generalmente per evitare gli effetti collaterali provocati dal picco di concentrazione plasmatica.
A volte si possono utilizzare anche delle associazioni tra farmaci, le multiterapie, tenendo presente il possibile presentarsi di interazioni.
La sospensione del trattamento deve avvenire sotto stretta osservazione medica, cercando di evitare interruzioni brusche.

L’uso di farmaci antiepilettici, soprattutto multiterapie, può aumentare il rischio di teratogenicità; i farmaci più a rischio sono: Carbamazepina, Lamotrigrina, Oxacarbazepina, Fenitoina e Valproato.

I farmaci utilizzati per le crisi parziali sono : Carbamazepina ( Tegretol ), Lamotrigina ( Lamictal ), Oxacarbazepina ( Tolep ), Valproato di sodio ( Depakin ) e Topiramato ( Topamax ).

I farmaci utilizzati per le crisi generalizzate sono:

- per le crisi tonico-cloniche : Carbamazepina, Lamotrigina, Fenitoina ( Dintoina ), Valproato di sodio e Topiramato;

- per le crisi di assenza ( il piccolo male ): Etosuccinimide ( Zarontin ) e Valproato di sodio;

- per le crisi miocloniche : Valproato di sodio ( è il farmaco di scelta ), Lamotrigina, Clonazepam ( Rivotril );

- per le crisi di assenza atipica ( tipiche dei bambini che rispondono male alla terapia classica ): Vaporato di sodio, Lamotrigina, Clonazepam. ( Xagena_2009 )



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XagenaFarmaci_2009